sabato 20 novembre 2010

IL VIZIO DI SCRIVERE

Bisogna prendere speciali precauzioni contro la malattia dello scrivere, perché è un male pericoloso e contagioso.
Pierre Abélard, Lettere a Eloisa, XII sec.


Comincio con una citazione che apprezzo per il grande amore che esprime verso l'arte dello scrivere.
Concordo che scrivere possa diventare quasi una malattia, volendo usare le parole di Abèlard, ma se scrivere è una malattia, almeno, al contrario delle altre, è BENEFICA.
Scrivere è un modo di evadere, di sollevarsi al di sopra di una quotidianità, spesso aberrante, che ci costringe e ci imprigiona.
Seduti alla nostra scrivania, lo schermo del pc o il vecchio, caro foglio un po' spiegazzato, come unico orizzonte, anche se assolutamente stanziali e rinchiusi, in effetti siamo più liberi degli uccelli. Infatti un volo può essere fermato e comunque ha confini naturali, chi scrive ha l'infinito per sè: è padrone assoluto di mondi e destini, è un "creatore".
Tutto diventa possibile, possiamo plasmare vite e destini, possiamo reinventare noi stessi o semplicemente raccontarci, aprire la nostra anima e, in questo modo, liberarla.
Scrivere va ben oltre la semplice azione meccanica, scrivere è catartico e terapeutico; quando si riescono a liberare un pensiero o un sentimento o un dolore mettendoli sulla carta, improvvisamente questi  assumono una dimensione diversa, più realistica, quindi più facile da accettare ed affrontare.
Auguro a tutti un po' di "vizio di scrivere" e soprattutto il coraggio di condividere ciò che si scrive, perchè la ricchezza di ognuno arricchisca anche gli altri.

Nessun commento:

Posta un commento